Iniezioni intravitreali

Le Iniezioni Intravitreali servono a curare principalmente le malattie neovascolari ed edemigene dell’occhio.

Nell’ultimo decennio sono sorte nuove soluzioni nella cura di diverse patologie oculari che riconoscono una patogenesi neovascolare, originano cioè dalla crescita anomala di capillari all’interno dell’occhio dove è necessario intervenire con trattamenti altamente selettivi per evitare la distruzione di parti sane del tessuto interessato.
L’angiogenesi è un processo molto complesso regolato da un gran numero di fattori chimici, tra cui il VEGF (fattore di crescita endoteliale vasale) svolge un ruolo fondamentale nel generare lo stimolo alla formazione di neovasi anomali.

Attualmente è disponibile una nuova cura farmacologica che utilizza farmaci antiangiogenetici ovvero anticorpi monoclonali umanizzati anti-VEGF che hanno dimostrato di possedere spiccate attività in grado di arrestare la genesi vascolare della malattia.
Patologie che causano angiogenesi e traggono beneficio da questa terapia sono la degenerazione maculare senile umida, la retinopatia diabetica proliferante, le occlusioni venose, il glaucoma neovascolare, le strie angioidi, i traumi oculari, tutte condizioni che hanno in comune l’ischemia (mancanza di flusso sanguigno) a livello retinico.
A beneficiare della cura è anche l’edema maculare refrattario che può verificarsi in condizioni quali l’occlusione della vena centrale retinica, la retinopatia diabetica e dopo impianto di lente intraoculare.

Il trattamento si propone di prevenire una ulteriore riduzione della capacità visiva sebbene alcuni pazienti abbiano riscontrato un miglioramento della visione.
Dopo dilatazione pupillare e l’anestesia dell’occhio, il farmaco viene iniettato nel vitreo, la sostanza gelatinosa che riempie la camera posteriore del bulbo oculare.
Le iniezioni intravitreali vengono ripetute ad intervalli regolare di circa un mese fin quando necessario ( in media tre volte).
Recentemente è comparsa una strategia terapeutica nuova in campo oftalmologico, indicata nella terapia dell’occlusione venosa retinica di tipo edematoso, sia di branca (BRVO) che centrale (CRVO).

L’occlusione venosa retinica determina la fuoriuscita di sangue ed altri fluidi dalla retina e può causare edema ed infiammazione prevalentemente a livello maculare. Tale edema incide negativamente sulla vista, causandone un’improvvisa diminuzione.

Tale nuovo farmaco si chiama Ozurdex ed è un impianto intraoculare di cortisone a lento rilascio all’interno della cavità vitrea.

Il principio attivo antinfiammatorio è il desametazone e viene iniettato tramite un applicatore progettato appositamente per iniettare il farmaco all’interno dell’occhio. Il desametazone viene rilasciato lentamente, fino a 6 mesi.

I pazienti che ottengono un miglioramento permanente della vista, non necessitano di ulteriori somministrazioni. Viceversa, se dopo 6 mesi dall’impianto dovesse ricomparire edema retinico e riduzione visiva, l’impianto potrà essere ripetuto.

Altro nuovo farmaco approvato per il trattamento della degenerazione maculare “umida” è l’Eylea™ (aflibercept).

EYLEA appartiene a quei farmaci già noti chiamati anti-VEGF ( Avastin, Lucentis, Macugen) che vengono iniettati all’interno dell’occhio in caso di degenerazione

maculare complicata dalla crescita di nuovi vasi sanguigni.

Eylea impedisce la crescita di tali neovasi sanguigni e rallenta il danno maculare causato dalla diffusione di liquidi tipica dei neovasi in maniera più efficace e duratura rispetto i precedenti farmaci anti-VEGF

L’eylea viene iniettato in camera vitrea mensilmente per un numero di volte variabile da caso a caso in base alla condizione clinica del paziente.

Diagnostic-Atlas-of-Retinal-Diseases-Optos